Nel 2023 Sice Previt è stata coinvolta in un ambizioso progetto di Tiffany&Co legato al rinnovamento del suo punto vendita presso le Bon Marché, il celebre centro commerciale della Rive Gauche, a Parigi. Nello specifico, il compito affidatoci consisteva nella realizzazione di una nuova, spettacolare vetrina che ricordasse un diamante visto frontalmente.
Concepita come “focal point” del punto vendita nella sua nuove veste, il “Diamond Eye” o “Vitrine Diamant” o “Diamond Showcase” è una vetrina unica nel suo genere, pensata per essere appesa a parete e contenere il gioiello principe della collezione. Nel suo spessore relativamente esiguo contiene quindi un sistema di apertura automatica e securizzata (in grado di far emergere dal diamante la parte centrale della vetrina, contenente il gioiello), ma anche un sistema di appensione e una struttura interna articolata che comprende un sofisticato sistema di illuminazione. Realizzata in vetro e metallo, la particolarità estetica e al contempo ingegneristica della vetrina è quella di essere progettata per riprodurre la luminosità e i riflessi tipici di un diamante.
Da questo punto di vista, si tratta di un progetto che incarna perfettamente i punti di forza di Sice Previt, quale azienda che unisce elevate capacità tecnologiche e ingegneristiche alla cura per la qualità e l’estetica dei suoi prodotti, facendosi interprete contemporanea della tradizione dell’alto artigianato italiano. Produrre il primo esemplare della Vitrine Diamant, partendo dagli schizzi del designer Hugh Dutton per arrivare a definire un progetto esecutivo dettagliato e poi realizzarlo attraverso la tecnologia a disposizione, è stata quindi un’esperienza impegnativa ma entusiasmante.
Particolarmente sofisticata, ad esempio, la costruzione della corona (la parte della vetrina tutto intorno al cuore centrale), composta da elementi in vetro sul fronte e vaschette in acciaio specchiante sul retro, modellati e assemblati a ricordare la struttura sfaccettata di un diamante. Ogni “petalo” del fronte, nella vetrina del Bon Marché, è composto da tre strati di vetro – due piatti e uno bombato – sagomati grazie a un’evoluta macchina per il taglio ad acqua pressurizzata e poi incollati insieme tramite un sistema a raggi UV.
L’eccellente resa estetica è stata raggiunta grazie alla specializzazione di Sice Previt nella lavorazione del vetro – cruciale, ad esempio, per realizzare in modo impeccabile la complessa bisellatura (incisione) dei petali, progettata secondo un preciso disegno così da ottenere i giochi di luce necessari all’effetto diamante. A questo scopo è stata utilizzata una innovativa macchina robotizzata a cinque assi, guidata da un programma informatico sviluppato ad hoc, in grado di realizzare incisioni a svasatura graduale.
Diversi altri aspetti di queste speciali vetrine sono interessanti per la cura ingegneristica che celano. Essenziale per il loro aspetto finale, ad esempio, è lo studio del metodo di assemblaggio delle varie componenti. Per fissare i “petali” in vetro alla base riflettente in metallo si sono infatti studiate delle pinze a fissaggio meccanico invisibile, ottenute “per sottrazione” da un blocchetto di acciaio grazie a una macchina per la fresatura a controllo numerico che, guidata da un software, è in grado di controllare la dimensione dei pezzi al decimo di millimetro, assicurando un incastro perfetto.
Anche l’illuminazione interna alla Vitrine Diamant è stata curata in modo meticoloso, in collaborazione con HDA e Ponctuelle. Un modello informatico ha permesso di simulare al meglio i riflessi di un vero diamante, tenendo anche conto delle altre fonti di luce presenti nei negozi. La soluzione trovata ha richiesto l’istallazione di ben 48 micro-faretti di tipo diverso: 32 nella corona per i giochi di luce, 16 nella vetrina vera e propria per illuminare il gioiello.
Una volta consolidato il prototipo si è passati alla messa a punto di alcune varianti. In particolare, Sice Previt ha realizzato una variante cromatica della vetrina-diamante: sempre in acciaio lucidato, ma in questo caso dorato tramite il processo chimico detto galvanica. Le componenti metalliche sono state immerse in un bagno di acidi che, grazie ad un processo elettrolitico, è in grado di far aderire particelle d’oro alla superficie dell’acciaio, determinando una doratura uniforme e tanto più intensa quando più lunga è l’immersione.