Nel 2014 Sice Previt ha avuto l’onore di curare l’allestimento di una piccola mostra dedicata a Giò Ponti presso l’aeroporto di Malpensa, nella cosiddetta “Porta di Milano”, originale spazio espositivo ricavato in un’area di accesso al terminal ed allestito con mostre temporanee, che funge da introduzione alla città e alla sua identità culturale.
Quella sull’architetto e designer milanese Giò Ponti (1891-1979) è stata, per la precisione, la terza mostra ospitata dalla Porta di Milano, dopo quelle dedicate agli artisti Fausto Melotti e Marino Marini. Curata da Salvatore Licitra con la collaborazione di Giò Ponti Archives, “Oggetti misteriosi” univa tre opere distinte del maestro in unico, originale allestimento che amplificava il loro carattere enigmatico valorizzando al contempo le loro risonanti qualità estetiche.
Nella parole del curatore, Oggetti misteriosi combinava “tre punti speciali [dell’opera di Giò Ponti], che sembrano unire temi differenti prefigurando un percorso futuro centrato sul tema della metamorfosi: un pavimento che può essere una pittura, un angelo che può essere anche una chiesa, e tanti obelischi che contraddicono la loro tradizionale, solitaria monumentalità”. Un tema in felice assonanza con il particolare carattere della Porta di Milano, luogo di passaggio che rimanda naturalmente alle metamorfosi spesso implicate dal viaggiare.
Sice Previt ha dato un contributo significativo alla realizzazione della mostra occupandosi della parte tecnica dell’allestimento: dalla produzione delle pedane in legno verniciato nero, destinate ad ospitare le varie opere racchiudendole come su un palco, al trasporto delle opere originali e il loro posizionamento in mostra. Le officine Sice Previt, inoltre, in virtù dell’expertise acquisita nella lavorazione dell’acciaio, hanno provveduto al restauro delle lamine che compongono la “Cattedrale di Los Angeles”. Partecipare a un’iniziativa lontana dal mondo commerciale è stato anche in questo caso un onore per Sice Previt, che spesso e volentieri mette a disposizione il suo know how nel campo dell’arredo e del restauro per supportare la valorizzazione del patrimonio culturale legato all’architettura, al design e più in generale all’arte – sia esso pubblico o privato e quindi, spesso, poco accessibile – nella speranza di contribuire ad ampliarne la fruizione.